La Franchi era andata in crisi alla fine del 2017 per un’errata gestione economico-finanziaria dell’amministratore dell’azienda che aveva operato investimenti in settori non appartenenti al proprio core-business.
Alla fine del 2018 gli operatori, rimasti senza stipendi da oltre 7 mesi, si sono riuniti in cooperativa e, in affiancamento con Confcooperative, hanno realizzato un’operazione di workers-byout investendo i propri contributi disoccupazione (Naspi) nel capitale sociale della nuova società. A tali capitali si sono aggiunti i contributi di Fondosviluppo e CFI che hanno consentito alla società di poter acquisire lavori di rilevanza nazionale.
Nel 2019 la nuova Carpenterie Metalliche umbre ha riconquistato varie fette di mercato perse dalle ex officine Franchi ed è cresciuta in fatturato e dipendenti.
Ingegnere ci racconti chi erano le Officine Franchi e chi sono oggi le Carpenterie Metalliche Umbre (CMU)
Le Officine Franchi hanno subito una crisi repentina e devastante, che ha lasciato molte persone senza lavoro e senza stipendio ma con una forte speranza nel futuro. E lo abbiamo dimostrato.
Abbiamo preso l’iniziativa di riprendere in mano le redini dell’azienda per credere in un progetto che potesse darci dignità e lavoro.
Abbiamo iniziato a lavorare “sulla carta” per cercare di poter capire quali fossero le prospettive di questa nuova realtà che poteva nascere. Ci siamo guardati negli occhi, abbiamo messo i piedi per terra ed abbiamo iniziato una avventura che è partita ufficialmente a febbraio 2019.
Ingegnere come è stato possibile realizzare questa coraggiosa operazione? Qual è stata la forza propositiva del progetto?
Ritengo dalla mia esperienza, che si è trattato di un progetto corale dove ha contribuito l’impegno di ciascuno dei soci, prima di tutto.
Il merito sta in particolare in alcuni degli operai che hanno voluto fortemente portare avanti il progetto: abbiamo costituito la cooperativa con nove soci, molti di loro erano legati all’azienda da oltre trent’anni. La forza di credere in un percorso di rinnovamento ed investimento, delle proprie risorse, da parte dei soci ha sicuramente il suo peso. Il supporto grande lo abbiamo avuto da Confcooperative Umbria, e quindi grazie ad essa da CFI e da Fondosviluppo che ha voluto credere in questo progetto finanziandolo e mettendoci in condizioni adeguate per una partenza delle attività.
In particolare un ringraziamento va rivolto a BCC Umbria e Banca Etica
Ingegnere quali sono i progetti sui quali la cooperativa è adesso impegnata e quali sono le prospettive della cooperativa a breve e medio periodo?
La cooperativa nel giro di un anno dall’inizio dell’attività a Febbraio 2019, partita con 9 soci ha coinvolto altri addetti. Ad oggi la cooperativa conta 19 tra soci e dipendenti e sta lavorando su importanti commesse. Ha appena acquisito un lavoro di oltre 1200 tonnellate per la realizzazione di un ponte stradale sulla SS117 “Centrae sicula” ed un ponte di 150 tonnellate sul terzo valico di Giovi. E’ ripartita anche la produzione di scambi ferroviari e si sta realizzando un’importante intersezione per un cliente privato.
L’azienda ha in animo la delocalizzazione dello stabilimento in un’area limitrofa che consentirà di migliorare la produzione e la logistica oltre che migliorare l’efficientemento energetico della struttura che la ospita. Il nuovo stabilimento, che nascerà grazie alla volontà di CFI e Fondosviluppo che, con Confcooperative Umbria, sono la “benzina” della cooperativa, avrà spazi verdi per i dipendenti e le loro famiglie, pareti verdi in armonia col paesaggio umbro, energie alternative che lo renderanno fiore all’occhiello dell’industria metalmeccanica italiana.