L’intuizione e la messa in pratica dell’idea di concessioni demaniali non più singole ma di un’unica concessione con ripartizione interna degli ormeggi. Ci racconti come è nata l’idea.
"Nasce dal decreto 104 del 14 Agosto 2020, convertito in legge il 13 Ottobre 2020. Per un vizio di forma il canone minimo della concessione per i pescatori, 370 euro, era arrivato a 2500 euro. Avendo qui una piccola pesca era un canone che non si poteva affrontare come spesa, e quindi ci siamo chiesti; cosa possiamo fare? Ci è venuta l’idea, come prima cosa, di far dare ai pescatori la disdetta. Idea che abbiamo sottoposto, con esito favorevole, all’Autorità di Sistema Portuale con cui abbiamo un ottimo rapporto come Confcooperative. Si è poi venuto a creare un altro problema. Per l’ASDP, la concessione dopo la disdetta passava a Confcooperative, perché tutti i pescatori sono iscritti in Confcooperative. Il che era un fattore ovviamente positivo, ma per statuto noi non abbiamo la gestione delle concessioni e dunque abbiamo dovuto trovare la soluzione: ovvero l’iscrizione in Conf della cooperativa CS, di cui è presidente Patrizia Canevali. Una cooperativa di consulenza che ha al suo interno tutto ciò che serve ad una cooperativa. Come mondo della cooperazione questo è stato un grande risultato, perchè una cooperativa di produzione lavoro che non ha nulla a che fare con la pesca ma mette a disposizione il suo statuto per un’iniziativa di questo tipo, dando vita ad una intersettorialità importante, mi ha fatto veramente un enorme piacere. La soddisfazione più grande, oltre ad aver risolto un problema, è aver avuto la conferma che c‘è un grande dato di fiducia verso Confcooperative: aver visto i pescatori lasciare tutto da gestire nelle nostre mani e la CS prendersi una grande responsabilità sulle spalle, per la cooperazione è stato un momento straordinario‘‘.
Una battaglia vinta, quindi.
"Sì, la concessione è stata firmata. I pescatori sono al loro posto e nessuno, dal 1 luglio, li può mandar via‘‘.
Pescatori, Autorità di Sistema Portuale, Capitaneria di Porto: fare rete è una forza propulsiva, e questa occasione lo mette ancora più in risalto. Anche in presenza di soggetti diversi che però concorrono a trovare una soluzione per un obiettivo comune.
"Assolutamente sì. Ovviamente ragionando ed operando in questo modo si risolve un problema complessivo, sia per i pescatori ma anche per l’Autorità Portuale e le altre realtà‘‘.
C’è un aspetto che forse occorre sottolineare, ovvero il ruolo che Confcooperative sta svolgendo, con risultati sostanziosi, per la questione porti ed economia del mare. Un comparto che troppo spesso si dimentica di raccontare nella sua importanza per l’economia nazionale tutta.
"Relativamente alla concessione parlerei di un lavoro di tessitura. Relativamente alla economia del mare, noi a Spezia ovviamente non abbiamo solo i pescatori. C’è infatti la DOCK Service, che è la più grande cooperativa in porto a livello mercantile, abbiamo i battellieri del golfo che sono i gestori dei traghetti da Spezia alla Cinque Terre e Levanto. Dall’anno scorso poi abbiamo l’ittiturismo e ne sono nate sei belle realtà. C’è poi una piattaforma galleggiante, che nel porto di Spezia era abbandonata da credo vent’anni, presa in gestione da una cooperativa sociale che ha realizzato un ristorante. Nelle attività sul territorio di Spezia, che si affacciano sul mare, Confcooperativa ha una presenza importante‘‘.