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La tassa sul licenziamento in caso di cambio appalto: un’ ingiustizia per tutti

La tassa sul licenziamento in caso di cambio appalto: un’ ingiustizia per tutti

 

Appello congiunto di imprese  e sindacati che chiedono al Governo di esonerare definitivamente il settore dal contributo sul licenziamento, introdotto dalla legge Fornero, anche per le aziende che applicano le clausole sociali per la salvaguardia dell’occupazione

Categorie: Servizi, manutenzioni e costruzioni,   Ti segnaliamo Tags: cooperative,   appalti,   tassa,   naspi

AGCI Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative, LegaCoop Servizi, ANIP-Confindustria, Unionservizi CONFAPI, FILCAMS-CGIL, FISASCAT-CISL e UILTrasporti-UIL, ovvero imprese e organizzazioni sindacali del Settore Imprese di Pulizie e servizi integrati/Multiservizi – chiedono con urgenza una modifica alle norme relative alla “tassa sul licenziamento” introdotta dalla Legge Fornero (Legge 92/2012).

Sindacati e associazioni datoriali risollecitano la richiesta, già avanzata al Governo più volte nei mesi scorsi, di modificare l’articolo 2 (Comma 34) della Legge Fornero confermando per le aziende l’esonero dal pagamento del contributo, anche successivamente al 31.12.2015, in caso di “cambio d’appalto” con piena ed effettiva applicazione della clausola sociale prevista per i lavoratori inquadrati con il C.C.N.L. per i dipendenti di imprese esercenti servizi di pulizie e servizi integrati/multiservizi.

Tale clausola sociale (prevista dall’’articolo 4 del succitato CCNL), quando applicata, tutela infatti il lavoratore proprio in caso di cambio d’ appalto, in quanto se un’azienda perde l’appalto il lavoratore viene assorbito, per contratto, dall’azienda subentrante. Chi vince la gara ha, cioè, l’obbligo di assumere i dipendenti dell’impresa uscente, senza quindi creare disoccupazione.

La Legge Fornero ha introdotto il contributo sul licenziamento a garanzia della disoccupazione senza immaginare gli effetti in un settore dove esiste la clausola sociale.

E’’ evidente che si tratta, in questo caso, di un contributo ingiusto e contraddittorio che indebolirebbe  più che rafforzare l’obbligo di inserire clausole sociali a tutela dei lavoratori,  finendo per tassare chi applica quelle stesse clausole. E’ una contraddizione in termini che non può passare sotto silenzio ed un’ingiustizia per le imprese, costrette a sostenere un costo improprio, e per i lavoratori che, immediatamente rioccupati, non traggono alcun vantaggio dal contributo non percependo mai la Naspi. Lungi dall’avere un qualsiasi valore sociale ma diventa, nel caso dei lavoratori che passano alle dipendenze della nuova impresa aggiudicataria, per effetto della clausola sociale nel cambio di appalto, solo una gabella per fare cassa. Auspichiamo che da parte del Governo si tratti solo di  una svista”e che intervenga al più presto per modificare la legge esonerando definitivamente il settore dal contributo  sul licenziamento.

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