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Innovazione: un futuro molto vicino

Innovazione: un futuro molto vicino

Quando due anni fa si iniziò a concepire, progettare, alimentare la piattaforma Netcoop si immaginava di anticipare i tempi dell’innovazione tecnologica, mettendo a disposizione uno strumento di networking cooperativo dai contenuti altamente sfidanti.


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Oggi, come sovente accade in questo nostro “tempo veloce”, siamo ben più consapevoli di aver messo in campo uno strumento irrinunciabile, che potrà rafforzarsi solo, esso stesso, grazie ad una innovazione continua della piattaforma, in forma partecipativa tra Federazione Nazionale, territori e cooperatori di lavoro e servizi, in sinergia con tutti gli altri settori rappresentati nel nostro caleidoscopico sistema confederale.

D’altro canto, la cooperazione di produzione e lavoro nasce per tutelare il lavoro. Oggi possiamo mantenere questa promessa solo introducendo la necessaria innovazione. La sfida è assai più sofistica: noi dobbiamo saperci innovare, proteggendo il lavoro.

Michele Dalmazzoni, che dal 2015 guida l’iniziativa strategica Industry 4.0 di CISCO per la digitalizzazione del settore industriale e manifatturiero italiano, recentemente intervenuto all’evento di avvio del Netcoop Innovation Tour, rileva come tutto dipenda dalla cultura. Il nostro tessuto imprenditoriale deve avere una cultura della sfida e dell’innovazione. In tal caso nessun obbiettivo è impossibile.

E come possiamo costruire una tale cultura? Puntando sulla formazione. Immersi in un flusso continuo, non più solo di competenze formali, quanto invece sempre più costruite in contesti formativi informali e non formali. Ciò comporterà una più concreta comprensione di quale ruolo possa avere davvero nelle nostre imprese il digitale e ci consentirà di darci  una road map  conseguente della innovazione via via necessaria.

Cultura e cambiamento potrebbero, diversamente, rivelarsi le barriere più significative nei processi di integrazione efficace. Si tratta del fattore di successo più imprevedibile, se non adeguatamente governato. La cultura del cambiamento è ciò che abilita in misura fondamentale le sinergie. Guai sottovalutarla. La capacità di progettare e di darci una tabella di marcia del change management per le nostre imprese può essere dirimente rispetto ad una presenza tempestiva e di successo sui mercati giusti. Sono scelte prioritarie ed indispensabili. Non si può evitare di affrontarle.

Impossibile essere ambiziosi nello sviluppo e nella crescita, senza innovazione digitale.

Per le imprese piccole il suo consiglio è quello di definire un piano digitale dell’azienda, profondamente integrato col suo piano industriale, da tenere monitorato.

“Tutte le aziende hanno in cantina un tesoro. L’innovazione digitale è la chiave di accesso al loro tesoro! – ha incoraggiato Dalmazzoni. - Posso spendere meno in azienda, ottenendo molto di più, con un’azienda estremamente performante. Tale teorema, applicato, per esempio alla logistica, riduce enormemente l’entropia e la perdita di tempo conseguente. L’opportunità è più vicina di quello che si pensi.”

Luigi Licante, ricercatore presso l’Osservatorio per la Digital Innovation del Politecnico di Milano, ha accompagnato la riflessione spostando il focus su un aspetto non meno importante, ovvero sulla scrupolosa attenzione alla sostenibilità dell’innovazione per le nostre imprese cooperative. La sfida raccolta dalla Federazione è, dunque, anche attraverso la piattaforma Netcoop, quella di raccontare alle nostre imprese, territorio per territorio, lungo il viaggio previsto per il Netcoop Innovation Tour, in che modo possa l’innovazione essere sostenibile per tutto il nostro “ecosistema” coinvolto.

E l’Internet of Things cos’è?! In che misura ci concerne?!

Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, è venuto a parlarne con i Consiglieri Nazionali ed i Rappresentanti dei Settori di Confcooperative Lavoro e Servizi. A suo avviso si tratta di un paradigma dai numerosi ambiti applicativi. Potenzialmente il numero delle applicazioni è sconfinato. Il limite è, in realtà, la sostenibilità economica, tale per cui le nostre imprese sviluppino queste soluzioni, generando valore per esse stesse.

In questo ambito va menzionato innanzitutto l’universo di oggetti e, soprattutto, di servizi, che vanno sotto la denominazione di smart home. Essi abilitano il risparmio energetico, piuttosto che la sicurezza ed il comfort delle abitazioni.

Si tratta di un mercato in crescita costante ed esponenziale, giunto già ad un valore di 60 milioni di euro solo per quanto concerne gli assistenti vocali.

Ciò che per noi è, però, importante sottolineare è che si tratta di un mercato non solo per i grandi players, in quanto il consumatore si informa e l’uso si diffonde, richiedendo in misura crescente, al di là degli oggetti, servizi qualificati.

E se passiamo dalla smart home alla smart logistics, di cosa stiamo parlando?

Tracciabilità lungo la supply chain, tracciabilità in magazzino, monitoraggio parametri, gestione flotte, gestione asset  logistici, come non comprendere che stiamo parlando di ambiti dell’innovazione che potrebbero determinare un salto di qualità nelle nostre cooperative di lavoro, in cui non possiamo rinunciare ad essere protagonisti?

Quali gli ambiti che possono essere tangenti alle attività del nostro articolato tessuto imprenditoriale cooperativo? Pensiamo solo ad alcune declinazioni dell’IoT

Il monumento comunica con il turista, gli “racconta” qualcosa di sé e consiglia come proseguire il tour della città.

Il contatore elettrico registra e comunica l’entità dei consumi e dell’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici sul tetto della casa.

l parametri vitali di un malato sono misurati autonomamente a domicilio (es. misuratore di pressione, di glicemia) e trasmessi quotidianamente alla struttura medica e/o paramedica di riferimento.

E via discorrendo: in ogni possibile ambito del quotidiano, in cui le nostre cooperative offrono servizi correlati ed imprescindibili.

Il consumatore, però, richiede servizi affidabili, che non trova sul mercato della smart home. Per questo, se sono 20 anni che si parla di Internet of Things, solo negli ultimi 5 anni è nato un nuovo mercato che passa dal prodotto al servizio. Questo è il mercato futuro per molte nostre cooperative!

 

Si tratta ora di governare l’incrocio tra domanda e offerta, disegnando i bisogni conseguentemente; modalità questa di risposta tipica del mondo della cooperazione e che ci ha ben evidenziato nella sua urgenza Roberto Soj, Direttore Generale di Lombardia Informatica

Se il cambiamento è continuo, così come l’innovazione, l’investimento deve essere sulla capacità di sfruttare appieno la tecnologia attraverso la formazione. Si tratta di un cambiamento complesso, che tocca il capitale umano. La percezione conseguente è che un mondo si stia distruggendo, per crearne un altro. Tale cambiamento potrà però essere ad alto valore aggiunto, se sapremo accompagnare i lavoratori delle  nostre cooperative a superare la prima soglia del cambiamento, della innovazione necessaria, in quanto poi saranno essi stessi a valor compiere i passi successivi, dentro ad un processo di innovazione condivisa e desiderabile.

Il fatto di appartenere ad un mondo organizzato, come Confcooperative, può significare, a suo avviso, per esempio, ottenere supporto, per sfruttare di più e meglio i fondi a disposizione dei percorsi di innovazione tecnologica, ma anche di innovazione di sistema.

Fare rete è elemento determinante e permette di condividere la filiera del valore”, ha infatti affermato Soj. “Usare il cervello e studiare non è un optional. Si può fare on the job, anche solo per essere competitivi nel mercato di riferimento. Il lavoratore deve essere in questo il primo attore, in quanto non solo le aziende devono essere competitive, ma anche le risorse umane all’interno delle aziende.”

 

Confcooperative, d’altro canto, si è dotata da tempo di una nuova organizzazione della propria società di sistema, Node, deputata proprio ad erogare servizi IT specializzati per le cooperative aderenti, che considerano  le tecnologie strumenti utili al loro sviluppo. Il suo Amministratore Delegato, Danilo D’Elia, ha manifestato consapevolezza – in occasione del corale incontro dello scorso 6 giugno sul tema dell’innovazione col “Lavoro al centro” – rispetto al fatto che, quando la dimensione imprenditoriale diminuisce, è più difficile trovare tempo ed attenzione per riconoscere le opportunità derivanti da percorsi di innovazione. Questa fattispecie ricorre naturalmente con frequenza tra le nostre cooperative associate. Per questo D’Elia ha consegnato a se stesso ed alla Federazione - con cui collabora fattivamente nello work in progress della piattaforma Netcoop - la sfida di comprendere quali siano gli stimoli più efficaci in tal senso per ingaggiare un percorso di crescita comune con le nostre cooperative.

 

La risposta non ha tardato a giungere da alcuni dirigenti cooperativi, tra cui Livio Tenerelli, Presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi in Puglia, esperto di information and communication technology.  Egli ha rammentato come parlare di tecnologia digitale significhi anche parlare di dati e di utilizzo legittimo di quei dati. “Uno degli elementi di forza delle grandi associazioni è di mettere a valore la mole di dati che vengono raccolti. Poiché una piccola impresa difficilmente può avere al suo interno l’esperto di innovazione digitale, il nostro punto di caduta potrebbe essere di ragionare di un managercondiviso per l’innovazione digitale, che porti un alito di vento a tutti per gonfiare le nostre vele.”

 

Se Paolo Foglietti, di Confcooperative Lavoro e Servizi in Lombardia, si interroga rispetto al fatto che “siamo realmente adeguati o abbiamo bisogno di qualcosa di più che ci faccia coprire la nostra distanza rispetto alle opportunità dell’innovazione?”, Felice Siciliano, Componente del Consiglio di Presidenza della Federazione e Direttore Commerciale di Team Service, ha evidenziato come di solito l’innovatore abbia chiaro il bisogno, in quanto portatore di una visione. Egli ritiene che non vada trascurato il ruolo che potrebbero avere i giovani soci lavoratori in questa sorta di processi, se adeguatamente guidati dalla visione consapevole dell’imprenditore cooperativo.

Roberto Vogliolo, componente il Consiglio Nazionale della Federazione e Vicepresidente di Confcooperative Lavoro e Servizi del Piemonte, ha rilevato con soddisfazione come la Federazione Nazionale, con il percorso avviato definitivamente in occasione del Consiglio Nazionale, stia lavorando in modo incrementale, consapevole della necessità di non rimanere frustrati da percorsi che possano apparire infiniti.

Ha però anche segnalato che “ci sono oggetti che sono pronti e che ci possono permettere di fare salti in avanti nei nostri processi”, come quelli assai affascinanti mostrati in tale occasione dai collaboratori del suo gruppo UX- Men.

Dai lavori della mattina è emerso forte e chiaro il concetto che la qualità possa emergere solo dal confronto.

Si è giunti quindi dinanzi ad un primo passo di un percorso che rilanciare e condividere sulla piattaforma Netcoop, nella newsletter, ma soprattutto negli incontri che i territori vorranno organizzare all’interno del Netcoop Innovation Tour e che non mancheranno di arricchire questo cammino con spunti nuovi ed inattesi, vicini ai bisogni ed alle opportunità espressi dalle cooperative associate.

 

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