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Iran: con lo stop delle sanzioni nuove importanti opportunità per l’export italiano

Iran: con lo stop delle sanzioni nuove importanti opportunità per l’export italiano Dopo l'accordo sul nucleare raggiunto a Vienna lo scorso 14 luglio e il conseguente stop alle sanzioni internazionali, l'Italia vuole tornare a occupare la posizione privilegiata di primo partner commerciale europeo dell'Iran. Lo sforzo ora sarà recuperare le quote di mercato perse rispetto ai concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile.

Categorie: Progetti Tags: Iran; Accordo di Vienna; 5+1; Usa; Russia; Cina; F

Dopo l'accordo sul nucleare raggiunto a Vienna lo scorso 14 luglio e il conseguente stop alle sanzioni internazionali, l'Italia vuole tornare a occupare la posizione privilegiata di primo partner commerciale europeo dell'Iran. L’accordo, che nelle intenzioni del 5+1 (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) è mirato a impedire a Teheran di produrre l’arma atomica per almeno dieci anni, prevede la revoca delle sanzioni in cambio di significative riduzioni dell’entità del programma nucleare. Per l’Italia questo graduale ritiro costituisce la possibilità di riaffacciarsi con tutta la potenzialità del sistema imprenditoriale su un mercato importantissimo che conta oggi quasi 80 milioni di potenziali consumatori e che varrà fino a 3 miliardi di euro di esportazioni in più nei prossimi quattro anni, riaffermandosi come porta d'accesso all'Europa per l’Iran. L’Italia infatti rimane tra i principali partner commerciali del Paese, malgrado dal 2011 l’inasprimento delle sanzioni abbia ridotto sensibilmente gli scambi. Lo sforzo ora sarà recuperare le quote di mercato perse rispetto ai concorrenti quali Cina, India, Russia e Brasile che, subendo meno vincoli negli ultimi anni, hanno lì guadagnato posizioni importanti. L’Italia, che dell’Iran era il primo partner economico, è scivolata infatti al nono posto tra i Paesi esportatori. Con il venir meno delle restrizioni all’interscambio commerciale per molti settori si apriranno opportunità importanti: nella produzione di petrolio e gas naturale, nel comparto automobilistico, nella difesa, nei trasporti, nel settore immobiliare e delle costruzioni. In prima linea proprio in quello petrolifero che necessita di maggiori investimenti in tecnologia e strutture per la lavorazione del greggio, a cui segue appunto l’automotive, in quanto ci si attende un ritorno sopra i 2 milioni di unità all’anno come effetto del rinnovo di un parco circolante molto vecchio. L’altro settore di punta sarà quello militare circa il rifornimento degli armamenti dell’esercito iraniano. Discorso simile per il settore dei trasporti, in quanto numerosi costruttori internazionali già mirano all’ampliamento e al rinnovo della rete ferroviaria.Il congelamento delle sanzioni è previsto entro l’anno, fatta salva la possibilità di ripristinarle in caso di violazioni dell’accordo da parte dell’Iran. A quel punto, prefigura la Sace, “se l’export italiano riuscisse a riproporre una crescita simile a quella osservata nel periodo pre-sanzioni (2000-2005), si raggiungerebbe un livello di esportazioni superiore a 2,5 miliardi di euro nel 2018″. Ma, considerato che le vendite ripartiranno da un livello “artificialmente basso a causa del freno sanzionatorio”, è probabile che una volta rimossi i vincoli “le serie statistiche subiscano uno shock positivo, con incrementi annuali anche superiori a quelli registrati nel quinquennio d’oro 2000-2005″.

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